venerdì 22 aprile 2011

Niente capire


Immagina di spendere quel poco di ossigeno che rimane necessario.
Non sentire più niente che pesi sulla gambe.
Sollevarti lento per decine di metri e sentire l'aria sempre più fresca. I polmoni lucidi e brillanti come acciaio cromo.
Scopri per la prima volta che la terra è una crosta scolpita nella roccia e nella neve.
La vedi dall'alto e la senti ruvida e inospitale più di quanto non sia mai sembrata prima.
Ma nonostante tutto ti accorgi presto che ti mancherà tantissimo.
Ti mancheranno sopratutto gli angoli nascosti. Quelli protetti dai passi dell'uomo. Quelli solo battuti dal vento,e se capita,solo a volte, toccati dalla luce.
Ti mancheranno un sacco le stagioni che si spengono e riaccendono come luci lontane.
Il colore dell'aria alla fine della sera. Il profumo dell'erba bagnata.
La pioggia calda sulla pelle.
Ricordi improvvisamente una quantità sorprendente di sensazioni epidermiche,seppellite nel fondo buio del cervello.
Costrette alla luce proprio ora che punti verso il cielo sempre più velocemente.
Lasci alle spalle l'aria sempre e comunque illuminata della terra per puntare ad altri orizzonti,ignoti e immobili.
Sfiori la pelle bianca e sabbiosa della luna e quasi non la noti.
Ti trovi davanti un buio mai visto. Un nero che assorbe ogni occhio.
Dopo un sonno senza rumori affondi piano in una nuova atmosfera,bluastra e densa.
Umida in modo sconosciuto.
Ti senti portare da un vento che non è un vento. Da una forza primordiale che non ti permette reazioni.
Ti fondi a una schiumosa e infinita nube azzurra che circonda i poli glaciali di Venere.
Densa come una crema di ammoniaca,l'aria di Venere ti lascia sotto una coltre buia colorata di azzurro.
Ti abbandoni alla velocità mentre profonde scariche di luce lasciano immagini di altissimi vulcani.
E poi riparti ancora più veloce.
Attraversi una rete intricata di rocce galleggianti.
Sempre nel silenzio più profondo.
Siderali voci ti chiamano a se. Ti spingono a desiderare maggior velocità.
Non poi ancora immaginare quanto potenti siano i venti glaciali di Urano. Bui e taglienti come lame bagnate.
Scopri quanto immobile sia l'atmosfera nera di Plutone,quando le stagioni si allontanano lente con esse anche il tempo si fa sempre più lento.
Ti prepari a bagnarti nel calore di nuove stelle.
Il silenzio è qualcosa che non conoscevi prima.
Abissale si fa il tempo.
Avverti la potenza delle reazioni nucleari nel cuore delle nane brune.
Non esiste modo per descrivere la furia delle nebulose.
Non c'è modo di descrivere il terrore di fronte all'immensità delle più grandi stelle.
Tempeste senza tempo,fredde e dimenticate. O mai conosciute.
La violenza cieca dei pulsar sconvolge.
Non c'è più direzione,ne peso,ne presenza.
Solo un respiro lungo infinite ere.
Un movimento che non si avverte. Come una marea nera.
Ribolle di materia,di esplosioni lente, di galassie. Di luce che illuminano altra luce.
Di misteri.
E tu li guardi in faccia.
Immaginalo.
Ma non puoi.
Non guarderai nessun mistero,sarà lui a guardare te dall'alto.
Ti guarderà alle prese con i giorni che passano.
Con le ghiandole gonfie. Con il sudore secreto dalla pelle. Con il piscio.
Le budella che si contraggono al freddo.
Il mal di testa.
Con quella spugna imbevuta di sangue che chiamiamo carne.
Senza capire mai un cazzo di niente.