lunedì 25 ottobre 2010

E' solo un deserto.




Da qualche mese qui è cambiato tutto.
E'il paesino dove sono cresciuto.Il paesino che ovviamente,giustamente,ho odiato.
Ma è anche il paesino dove ancora oggi continuo a vivere,non smettendo di disprezzarlo.
E' solo un paesino.Il nome non contava fino a poco tempo fà.
Nessuno può avere interesse a riguardo.Ma oggi è il centro del mondo.
O per lo meno il centro dell'Italia.
E' davvero un ammasso di case mollato di peso in mezzo alla campagna più secca e sterile.
Ma oggi è quel posto dove si vedono cameraman arrampicarsi,aggrapparsi ai cancelli per riprender meglio,giornaliste sotto la pioggia imperterrite con lo sguardo pietrificato,e nuvole di gente fisse sotto le luci,nonostante il vento.
E' cominciato tutto durante l'estate.
Una di quelle mocciose con le t-shirt di Emily strange,i braccialetti di plastica rosa e piercing sotto il labbro.
Scomparsa.Una sedicenne sparita nel nulla.
Niente di cosi nuovo.
Eppure l'immagine di questa moretta dagli occhi azzurri,comincia a comparire in Tv.E immaginate il paesino...
Tensione.Eccitazione.
Cominciano a dare scosse all'asfalto rotto delle strade.Ma è ancora presto.
I bar brillano di spiegazioni certe e sicure sulla sparizione,con tanto di giudizi pesanti sulla suddetta mocciosa.O altrettanto sicuri anatemi verso internet e gli stranieri.
Tutti scienziati.Come sempre.
Davvero questo paese,a volte mi chiedo perche non venga raso al suolo.Assomiglierebbe di più a quello che in realtà è.
Un vero deserto.Sembrano villette,stradine e giardini.Ti sembra di vedere un municipio,una chiesa,una fontana,ma è un deserto in realtà.
Un deserto morale.Una specie di Texas della mente.
Un posto dove il tempo si è fermato al degrado.Una eterna periferia.
Dove ci si fanno ancora le pere.Dove esiste ancora la sala giochi.Dove si fanno ancora le risse davanti alle giostre.Ancora i giubbotti in jeans e le canottiere gialle.Dove credo ci si lavi ancora poco,sopratutto dentro.
E infatti...
La fine dell'estate ha visto diventare un volto comune quello della ragazzina scomparsa.Ma la verità doveva ancora arrivare.E arriva con una confessione.
Il padre.
Mentre tutti cercavano ovunque,la terra secca delle campagne assorbiva la carne morta gonfia e nera della piccola ormai cadavere.
Uccisa dal padre quindi.Uccisa dopo essere stata violentata,a quanto pare.
E a quanto pare non era una novità il fatto che venisse molestata,e sempre a quanto pare non era un segreto e un mistero nemmeno in casa.
Ed ecco quindi la manifestazione luminosa e catodica del degrado e dell'ignoranza rimbalzata in ogni casa d'Italia.
Continuamente.
Il nome del mio paese diventa in poco tempo il simbolo metafisico della bestialità.E dire che nessuno ne conosceva l'esistenza fino a qualche mese fa.
Oggi però è quasi un luogo comune a tutti.Dove risiedono le cose peggiori.
Oggi tutta l'Italia vuole sapere.Vuole conoscere gli sviluppi.Tutti vogliono sentire cosa succede.Vogliono sapere quante volte è stata violentata.Come è stata uccisa.Se è stata picchiata.Quanto ci ha messo a morire.Se ha urlato.Se ha pianto.Chissà la faccia del padre.E la sorella?Pare che sapesse.Come dormiva la notte?Come guardava suo padre?
Tutti hanno pensato almeno per un momento come sia mettere il cazzo nel culo di propria figlia.Lo hanno pensato perchè tutti sanno che è contronatura.Eppure è successo.Lo hanno pensato almeno per sentire crescere il disgusto dentro di se,con la paura di non trovarlo.Per avere conferma di essere diversi.Proprio perchè in quella famiglia risiedeva la normalità.
Niente che sembrasse sbagliato.Vita normale.
Gite fuoriporta.Scuola.Lavoro.Mutui.Sacrifici.Lavoro.Insulti agli stranieri.Insulti agli zingari.Discussioni a tavola.Risate.Incazzature.La normalità.Bestemmie.Sindacati.Addormentarsi sul divano.
E allora che è successo.Questo tutti lo vogliono sapere,per sentirsi diversi.

I giornalisti stazionano fuori dalla casa dell'orrore (cosi la chiamano loro) in un continuo blaterale,con facce contrite e tristi.Ma quando finisce la diretta ridono eccome.Giustamente.
L'iportante è che rimangano.
Il paese sembra averne bisogno.Perchè da quando sono qui sembra vivere una seconda giovinezza.
Una massa di gente non fa altro che stazionare dalle parti della casa,in attesa di novità,di un collegamento in diretta,di un arrivo dei carabinieri per altri sopraluoghi.
E la domenica arrivano i turisti.
Vanno a fare foto alla villetta.Si fanno le foto vicini ai giornalisti dal volto noto.Si fanno le foto con il volto serio,per rispetto dicono.
MA alcuni ridono.
Fanno esplodere i bar,l'unico ristorante del paese.
Cartoni di pizza vuoti lasciati un pò ovunque.
Forse a qualcuno disturba,ma nessuno osa opporsi a tutto questo.
La tragedia sta facendo rivivere questo villaggio sperduto nelle trasmissioni del pomeriggio,tra un balletto e una risata.
Zoom spietati sugli occhi lucidi della sorella.Zoom che non staccano mai.Rimangono li.Come il fermo immagine di un pompino in un film porno.Uguale.
Quando passo in macchina,sotto la pioggia e le foglie secche che cadono,è tanta la voglia di accelerare e schiantarmi sulle troupe di giornalisti piazzati in attesa della diretta,travolgere l'ammasso di famiglie che stazionano a fare da pubblico.Fare da tritacarne,magari in diretta.Proprio ora che questo posto sembra la nuova casa di tutti.
Ora che l'assassino è diventato solo il papà.Nemmeno il padre.
Il papà.
E' qualcosa che nausea.Un po come la faccia contrita dei giornalisti.Come quando si parlava della mamma di Cogne.
Nausea.
Perchè in fondo a nessuno dispiace veramente di tutto questo.Anzi.
Si fa a gara a chi racconta per primo l'ultima notizia riguardo la morte della pupetta.E' l'unico argomento.Gli scienziati di piazza sanno tutto ora.Ora che ci pensano c'era qualcosa di strano.Ora che ci pensano qualcuno lo sapeva.
I parcheggi vuoti dei supermercati e i ragazzi con gli scooter.
Le immondizie lasciate per giorni fuori dai cassonetti.
Biciclette legate ai pali.Gel per capelli.Musica ad alto volume.
Macchine customizzate.
E un giovane cadavere.
Questo è il mio paese.Oggi il suo nome è simbolo di tutto questo.

mercoledì 20 ottobre 2010

Bruma




Cazzo mi mancava.
Avere la testa bagnata e le ossa inumidite mi mancava.
La nebbia quando arriva risveglia in me vecchie immagini di infanzia.Da bambino passavo i pomeriggi in campagna,nella casa dei miei nonni.
Beh gli alberi secchi,neri e umidi immersi in un bianco fluido lasciano una bella immagine fredda nella mente.
Erano bei momenti di solitudine.Un bambino bizzarro non c'e che dire.Gotico direbbe qualcuno ridendo.
Quindi ecco.Il riapparire della nebbia riaccende il bambino gotico grande che oggi siede in macchina e lento torna a casa,cercando di non finire in un fosso.
Per molti è un vero disagio.Non vedere una sega,sopratutto di notte non è l'ideale per chi deve farsi strada.
A me però piace.Che vi devo dire.
Tutto si rallenta,tutto diventa silenzioso,ma cosa più importante,tutto scompare.
Ecco,al massimo rimangono le malaticce luci giallastre dei lampioni a comparire ogni tanto.Ma niente di più.

La vecchia di casa,nonna di mia madre,con la sua pelle di cartone e il suo unico dente,raccontava ai bambini di non uscire mai con la nebbia.I fantasmi delle campagne avrebbero certo fatto di tutto,nascosti nel caivo,per portarci via con loro.
Insomma le stronzate che le vecchie raccontano ai piccoli per il gusto di vederli credere a qualcosa a cui nessuno crede più.
Ovviamente nemmeno da bambino ci ho mai creduto.Anzi la cosa mi attirava.Preso com'ero dalle storie di paura.Non facevo altro che immaginare visi spettrali apparire sulle finestre della casa abbandonata in fondo alla strada.
Per chi ha di queste fascinazioni,la campagna Veneta è un luogo fantastico,habitat naturale di apparizioni e leggende.
Una volta ,mentre lanciavo sassi nel fosso,mi sembrò di vedere uno straccio di carrozza guidata da due cavalli neri,correre lungo lo stradone di terra che attraversava i campi di mio nonno.
Nascosto dietro un albero,il me stesso bambino gotico a dieci anni,guardava questa carrozza correre lenta e silenziosa.
Senza nessun rumore,la carrozza spariva.Inghiottita dal peso della densa nebbia pomeridiana.
Camminando sulle foglie secche,decomposte e piene di cimici mi chiedevo chi fosse l'idiota che se ne andava in giro in carrozza,nel mezzo della campagna Veneta in pieni anni ottanta poi.

Insomma stasera la nebbia è grumosa,buia,fredda.Sembra la nebbia di un vecchio film.Quasi finta come quella della macchina del fumo.LA nebbia di quando ero bambino e c'erano solo campi e fossi a buttare su la foschia.
Il riscaldamento dell'auto aiuta la mia stanchezza a farsi torpore.
Si,mi piace la nebbia proprio perchè sà di torpore invernale.
L'idea di passare proprio per le campagne,spezzate ora dalle luci al neon di un paio di fabbriche,mi viene proprio grazie a questa serata.La voglia di ripercorrere i campi della mia infanzia mi fa dimenticare che a casa mi aspetta una poltrona morbida e accogliente.
Attraversando la vecchia strada di terra,che ora e' un manto nero di asfalto,penso al fatto che dovrei cucinare qualcosa,ma penso anche che una scatoletta in frigo la trovo sicuramente.
Accendere la Tv,dimenticare di lavarsi,addormentarsi,risvegliarsi in piena notte con le tizie dei numeri erotici sullo schermo,trascinarsi a letto vestiti.
Ad interrompere il flusso di pensieri è la mia macchina che inchioda sull'asfalto.
Ed è esattamente il rumore dei miei freni l'unico suono che si sente,mentre un enorme rottame motorizzato,un auto nera dalla carrozzeria devastata e sporca,con i fari spenti,i vetri posteriori rotti,lenta come se galleggiasse,mi attraversa la strada,arrivando proprio dal campo,e sempre nel silenzio più assoluto,scopare,ripiombando nel petrolio nebbioso di stanotte.

sabato 16 ottobre 2010

Tutti secernono qualcosa.


"L'amore – un incontro di due salive... Tutti i sentimenti attingono il loro assoluto dalla miseria delle ghiandole" E.CIORAN


Aprire carcasse di corpi morti e freddi sicuramente non aiuta a guarire dalla mia strana ossessione.Eseguire autopsie,anzi la accuisce.
Da medico non posso fare a meno di guardare un essere vivente,morente,o deceduto da tempo,come stretta forma e funzione.Come sostanza biologica e reazione chimica.Semplice funzione.Come un geologo osserva una roccia.
Si probabilmente l'essere un medico legale ha aiutato la mia condizione.Il mio sguardo non è quello di un uomo.
Gia da bambino a volte mi fermavo a fissare i volti della gente.Rimanevo a guardare i sorrisi,le risate.Le smorfie,le contrazioni i sussulti della carne del viso.Gli occhi contratti.Le voci.I suoni emessi.
L'assurda forma dell'essere umano è la mia ossessione.
Significa guardare con gli stessi occhi di una vita che piomba nel nostro mondo da una realtà a noi sconosciuta.
Mi capita nel bel mezzo di una serata allegra.Durante un concerto,oppure mentre passeggio in centro.Quando sono solo,mentre guardo la TV,durante un amplesso o alla fine di un lungo bacio.
Niente mi leva dalla testa che siamo esseri fondamentalmente osceni.Certo in alcune giornate di clemenza ritengo la mia specie quantomeno bizzarra,ma in genere non può che suscitare un certo ribrezzo.
Ma insomma,come non si fa a guardare oltre le consuetudini che la nostra stessa natura ci impone...
Vediamo uomini,donne,bambini muoversi,correre,parlare,urlare,ridere,semplicemente camminare,stare fermi e seduti.Alcuni ci appaiono belli,alcuni orrendi,alcuni indifferenti,alcuni ci affascinano,alcuni ci respingono,alcuni ci attraggono.Sono corpi pulsanti di vita.Corpi come il nostro.
Dobbiamo immaginare per un momento di non averlo mai avuto un corpo,e di non sapere nemmeno cosa sia.
Immaginiamo di provenire da altre realta',da altri pianeti e incontrare un essere umano.
Guardiamoci.
Un blocco semisolido dal quale spuntano quattro protuberanze lunghe e sformate.Dai movimenti convulsi e confusi.Alle estremita di ognuna altre cinque piccole escrescenze.Il tutto rivestito da un tessuto spugnoso e spesso unto dal colore indefinibile chiamato pelle.Una palla nella quale è scavato un buco umido e profondo chiamato bocca.
Due sfere bianche e bagnate emergono da altri due strappi.Si muovono nervosi e si chiamani occhi.
Due scarabocchi di carne chiamati orecchie.Una protuberanza ossuta,bucata e sibilante chiamata naso.
Una specie di sacco puzzolente contenente una serie di masse umide e viscide chiamate organi.
Ad ogni sollecitazione,suoni confusi,osceni,atroci escono dal profondo di quell'ammasso di carne e ossa chiamato corpo.Corpi che si toccano,si sbattono,si penetrano,emettono urla e sospiri.Suoni bizzarri di creature bizzarre.
E questi corpi esplodono di luquidi.
Fluidi rossi,fluidi maleodoranti e caldi.Fluidi biancastri e vischiosi.Ammassi bagnati di putrida sostanza.Ogni orribile corpo non smette un attimo di secernere qualcosa.Tutti noi non smettiamo mai di secernere qualcosa.
Finche il corpo è vivo,il corpo è bagnato.Baganto di caldo,bagnato di denso,di fredda sostanza,bagnato di grasso,bagnato di calore,bagnato di piacere.Semplicemente bagnato.E una volta che smette di vivere,questo sacco umido ululante e contorto diventa duro e scuro.Marcisce ed emette putrescenza,vermi e malattie.
Siamo davvero creature bizzarre.Eppure la magia della nostra vita è quella di vedere solo bellezza.Ognuno di noi sente il bisogno di abbracciare qualcosa di simile a noi stessi.Un altro corpo.
Riconoscersi.
E sopratutto continuare a secernere qualcosa.