mercoledì 20 ottobre 2010

Bruma




Cazzo mi mancava.
Avere la testa bagnata e le ossa inumidite mi mancava.
La nebbia quando arriva risveglia in me vecchie immagini di infanzia.Da bambino passavo i pomeriggi in campagna,nella casa dei miei nonni.
Beh gli alberi secchi,neri e umidi immersi in un bianco fluido lasciano una bella immagine fredda nella mente.
Erano bei momenti di solitudine.Un bambino bizzarro non c'e che dire.Gotico direbbe qualcuno ridendo.
Quindi ecco.Il riapparire della nebbia riaccende il bambino gotico grande che oggi siede in macchina e lento torna a casa,cercando di non finire in un fosso.
Per molti è un vero disagio.Non vedere una sega,sopratutto di notte non è l'ideale per chi deve farsi strada.
A me però piace.Che vi devo dire.
Tutto si rallenta,tutto diventa silenzioso,ma cosa più importante,tutto scompare.
Ecco,al massimo rimangono le malaticce luci giallastre dei lampioni a comparire ogni tanto.Ma niente di più.

La vecchia di casa,nonna di mia madre,con la sua pelle di cartone e il suo unico dente,raccontava ai bambini di non uscire mai con la nebbia.I fantasmi delle campagne avrebbero certo fatto di tutto,nascosti nel caivo,per portarci via con loro.
Insomma le stronzate che le vecchie raccontano ai piccoli per il gusto di vederli credere a qualcosa a cui nessuno crede più.
Ovviamente nemmeno da bambino ci ho mai creduto.Anzi la cosa mi attirava.Preso com'ero dalle storie di paura.Non facevo altro che immaginare visi spettrali apparire sulle finestre della casa abbandonata in fondo alla strada.
Per chi ha di queste fascinazioni,la campagna Veneta è un luogo fantastico,habitat naturale di apparizioni e leggende.
Una volta ,mentre lanciavo sassi nel fosso,mi sembrò di vedere uno straccio di carrozza guidata da due cavalli neri,correre lungo lo stradone di terra che attraversava i campi di mio nonno.
Nascosto dietro un albero,il me stesso bambino gotico a dieci anni,guardava questa carrozza correre lenta e silenziosa.
Senza nessun rumore,la carrozza spariva.Inghiottita dal peso della densa nebbia pomeridiana.
Camminando sulle foglie secche,decomposte e piene di cimici mi chiedevo chi fosse l'idiota che se ne andava in giro in carrozza,nel mezzo della campagna Veneta in pieni anni ottanta poi.

Insomma stasera la nebbia è grumosa,buia,fredda.Sembra la nebbia di un vecchio film.Quasi finta come quella della macchina del fumo.LA nebbia di quando ero bambino e c'erano solo campi e fossi a buttare su la foschia.
Il riscaldamento dell'auto aiuta la mia stanchezza a farsi torpore.
Si,mi piace la nebbia proprio perchè sà di torpore invernale.
L'idea di passare proprio per le campagne,spezzate ora dalle luci al neon di un paio di fabbriche,mi viene proprio grazie a questa serata.La voglia di ripercorrere i campi della mia infanzia mi fa dimenticare che a casa mi aspetta una poltrona morbida e accogliente.
Attraversando la vecchia strada di terra,che ora e' un manto nero di asfalto,penso al fatto che dovrei cucinare qualcosa,ma penso anche che una scatoletta in frigo la trovo sicuramente.
Accendere la Tv,dimenticare di lavarsi,addormentarsi,risvegliarsi in piena notte con le tizie dei numeri erotici sullo schermo,trascinarsi a letto vestiti.
Ad interrompere il flusso di pensieri è la mia macchina che inchioda sull'asfalto.
Ed è esattamente il rumore dei miei freni l'unico suono che si sente,mentre un enorme rottame motorizzato,un auto nera dalla carrozzeria devastata e sporca,con i fari spenti,i vetri posteriori rotti,lenta come se galleggiasse,mi attraversa la strada,arrivando proprio dal campo,e sempre nel silenzio più assoluto,scopare,ripiombando nel petrolio nebbioso di stanotte.

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