venerdì 2 aprile 2010

Senza fare rumore



Pciu.Pciu.
Piu o meno e' il suono del silenziatore.
Uccidere con il silenziatore rende tutto più banale.
Senza il botto sembra di non farlo.Semplicemente quello cammina, parla o ride, o fa quello che stava facendo e dopo il Pciu Pciu non lo fa piu.
Semplice.
Ecco nel mezzo di questa boscaglia un bel botto,uno stormo di uccelli a levarsi dai rami e un sordo eco ad accompagnare la caduta sul tappeto di foglie avrebbe reso molto di piu il senso della parola omicidio.
Non è che lo faccio per piacere.Non che mi disturbi chi lo fa.
Lo faccio perche mi riesce bene.
A pensarci è un lavoro come un altro.Insomma mi pagano per farlo.
Lo faccio perche non mi sconvolge.Non mi da nessuna emozione a dire il vero.
E' esattamente come quando uccidevo le galline da mio nonno.
Forse le prime volte, certo, un po turbato ,ma poi passa.
Impari il meccanismo.Qualsiasi reazione dell'animale e' parte del meccanismo.
Appoggi il manico della scopa sul collo, premi con il piede.Batte le ali per un po', poi piu lentamente, poi un altro colpo, e poi niente altro.
E cosi piano piano diventa anche per l'uomo.
Si e' un po piu complicato di cosi,lo ammetto.
Ma la sostanza e' quella.Un meccanismo.
Pciu Pciu.
Io personalmente armi da taglio mai.Quello si ,mi risulta difficile.
Tutto quel sangue.La lotta fisica.Il gorgoglio della gola tagliata.
Ecco quello un po disturba diciamo la verità.
Ma la pistola e' tutta un altra cosa.
La pistola e' fredda.Non ti fa sentire la carne che perde vita.Mantiene la distanza.

E'un lavoro che lascia molto tempo libero.Non è che si uccida tutti i giorni.
Capita di dover viaggiare.Di dover fingere di essere tante cose che non sei.
Come adesso.
Per il grassone steso con la faccia sulle foglie marroni io ero il giovane architetto conosciuto per caso nella stazione di servizio e con tanta voglia di farsi abbordare.
Non poteva sospettare che un pompino in mezzo al boschetto non era quello che lo aspettava.
Prima di sparare stava parlando di come volesse innamorarsi, ma di come fosse difficile di questi tempi.Era più facile un tempo.Quando l'omosessualità era ancora sotterranea.Quando l'essere costretti a nascondersi ti univa profondamente una volta trovati.
Parlava di amore anche quando si scopava tipi che vedeva per 2 o 3 settimane per poi sparire,non prima di avergli attaccato l'AIDS.
Ecco lui sapeva bene di averlo.Ma non gli interessava.
Non ho capito bene se lo eccitava ancora di più l'idea di passare la malattia attraverso l'ano dilatato e bagnato dei suoi compagni di giochi, oppure semplicemente era molto simile a me.
Un uomo dal cuore in inverno perenne.
A pagare questa volta è stato proprio uno dei suoi amichetti che tanti anni fa si prese il regalo.
Neanche la dignità di ammalarsi aveva.E nemmeno quella di vendicarsi da solo, se mai servisse una vendetta.
Ma il cliente ha sempre ragione.Sopratutto quando paga tutto in anticipo.Cosa molto inusuale,ma certo, non gli resta molto da vivere e i soldi non se li può portare dove stava per andare.
Una fetta va a chi mi copre e il resto diviso in 3 conti diversi.
Oltre che pagare le coperture devo spesso fare lavoretti anche per loro.
I loro lavoretti sono sempre poco simpatici.
Roba pericolosa.O roba delicata.Roba che nemmeno gente come loro vorrebbe fare.
Fare una strage con un M4 , anche se con il silenziatore, fa un casino tremendo.
Gente che urla,gente che scappa, qualcuno magari tenta di reagire.Ma alla fine resta solo il silenzio stanze vuote e vite finite.Il tutto è molto rischiso.Troppa esposizione.
Oppure fare esplodere un vagone di un treno non è cosa che si fa rischiando di essere beccati.E qui entro io.

Il profumo dell'olio,mentre pulisci la Beretta ti fa capire che hai di fronte un periodo di lunga pace e solitudine.
Prendere l'aereo,e tornare alla mia campagna,al mio orto,alle mie bestie e' l'unico desiderio dopo aver fatto il lavoro.

Una sola volta ho sognato una mia vittima.
Non ricordo nemmeno perchè qualcuno lo voleva stecchito.Ricordo solo che prima di morire mi disse "tanto qualcuno lo farà con te.Ricordalo bene".
E' stato l'unico a rendersi conto di chi ero.Di cosa ero.
Mi venne in sogno sorridendomi con denti bianchissimi.Enormi.
E con gli occhi terribilmente spalancati rideva.
Ricordo i brividi lungo la schiena quando mi trovai nel letto sveglio a guardare le ultime immagini del sogno svanire sul soffitto.


Sento arrivare la macchina,vedo la terra alzarsi in fondo alla strada.
Significa che vengono a chiamarmi per altri viaggi,per altri lavori.
Significa che potrei lasciare la mia campagna anche per sempre.Potrei morire.
La polizia potrebbe creare casini se mi arrestassero a la protezione dovrebbe impiegare del tempo a tirarmi fuori.
Io ho bisogno della mia campagna.Lontanto da tutto.
Quando cammino per le strade mai zitte di quelle enormi città non penso altro che alla mia campagna.
Le risate della gente in strada.I clacson.Le luci delle insegne.Sacchi di immondizia.Taxi.Gli sputi per terra.La puzza di fritto.Un cadavere ancora caldo.
Quando vedo quei vecchi dormire stesi su cartoni e quelle puttane dal culo flaccido ridere tra loro di un cliente, mi fa pensare che forse dovrei mollare tutto e ritirarmi alla mia vita di campagna completamente.
Contadino a tempo pieno.Questo io mi sento.
Non credo sia cosi facile.Non so se me lo permetteranno.
Una volta iniziata una certa vita non puoi dire "grazie arrivederci" e chiudere la porta.
Non e' cosi semplice.
Quando inizi ad uccidere,non ti fermi.
E'semplice.Un meccanismo.
Allora temo che quando nel mio cuore arriverà la primavera.Quando un po di luce si fara anche dentro di me, credo che la soluzione sara sedermi sotto l'albero in giardino ad ascoltare il ronzio morbido degli insetti e il calore del sole sulla pelle.
Avvitare il silenziatore alla Beretta, infilarmela in bocca, e finalmente farla finita con un sordo
flop




Nel frattempo.io sparo.
Silenziosamente.

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