giovedì 11 febbraio 2010

MORFINA



La prima cosa che sento appena apro gli occhi è "morfina".
La seconda è "riduzione anale".
La prima mi piace,la seconda meno anche se non capisco che significhi esattamente e se riguarda me.
Non ho la forza ancora per cercare di vedere l'entita del lavoro che e stato fatto ,anche perche in realta' non ho bene idea di cosa mi aspetta.
Non so perche ma una delle prime cose che mi saltano in mente sono quei film porno ospedalieri dove ogni paziente ha la forza di darsi da fare con le infermiere.
Dovrei farmi lasciare un po di preanestesia prima di farmi dimettere.
Bella esperienza.
L'anestesista,mentre la stanza mi ruotava lentamente attorno e il cervello si faceva piu morbido ha voluto mettere su i Pink Floyd in sala operatoria,giusto per farmi provare l'effetto.
Una bella espresienza anche se fusa con il dolore che provavo in quei momenti.

Prima di precipitare in un sonno senza sogni ricordo solo alcuni flash di quello che mi aveva portato li.
Alcuni flash dei tavoli che volavano,di bottiglie rotte in testa,pugni in faccia.
Ricordavo io che fracassavo la fronte di quello sconosciuto che aveva schiaffeggiato la sua tipa,prima che scoppiasse il casino.
Chissa che fine ha fatto lui.
Prima che qualcuno mi accoltellasse alle spalle,la sua faccia sporca era scura di sangue,come il bancone al quale stava aggrappato.
Forse e' stata proprio lei ad accoltellarmi.
Quella ragazza lentigginosa e dai lunghi capelli rossicci.
Quella ragazza sconosciuta che avevo voluto difendere,nel bel mezzo di quel macello.
Un locale distrutto.
Forse trovero' la polizia a piantonare il reparto.


E' mezzanotte piu o meno e fuori c'e una tiepida serada primaverile,ma dal mio posto letto sembra una di quelle sere invernali che sembrano fatte apposta per farsi coccolare da un avvolgente calore amniotico.
Sembra tutto perfetto.
Poco importa se sei stato aperto e tagliuzzato all'interno per quattro ore.
Nessun fastidio mi danno i tre tubi che liberi si piantano nella pancia per drenarmi le schifezze che galleggiano tra fegato e budella.
Quasi non mi accorgo del tubo che dal naso mi arriva allo stomaco.Non e' un mio pensiero per ora.
Nemmeno quella cannetta di gomma nel cazzo mi da fastidio.
Poco importa se nei giorni a seguire ogni spostamento del sacchetto del piscio mi tirera la prostata e tutto il resto.
Poco importa anche se sedermi a letto sembrera la scalata di un everest.
Ora quello che importa e' il residuo del potente oppiaceo che mi rende cosi sereno da non voler mai che finisca la notte.
Quel sacchetto bianco di antalgica rende il mio corpo qualcosa di inutile.
Non importa se nei giorni a seguire ogni suono lontano dai corridoi mi si formera in immagini assurde nel cervello,e se allucinazioni di insegne colorate,figure al neon e voci inesistenti tormenteranno i miei riposi.
Quello che conta ora e' un sonno perfetto.Tornare bambini e sereni e dormire una notte lunga e dolce,quasi sorridendo sotto la maschera dell'ossigeno.

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